La displasia dell’anca

Perché è così importante testare (almeno) i riproduttori? E cos'è esattamente questa displasia di cui tutti parlano?

La displasia dell'anca (esiste anche quella del gomito) è una condizione a causa della quale la testa del femore, a forma di palla, non si "incastra" perfettamente nell'acetabolo, l'incavo dell'anca che dovrebbe ospitarlo. Chiaramente questa condizione, se trascurata, può causare al cane dolore, anche intenso, e difficoltà nella deambulazione.


La displasia viene spesso considerata una malattia genetica, ma è proprio così? Come sempre, la risposta è "non proprio". O meglio, "non solo".

La displasia ha effettivamente una base genetica, base che però non ci è per niente chiara. Si tratta infatti di una condizione multi-fattoriale, ed è estremamente difficile comprendere quali siano i geni realmente coinvolti, probabilmente decine, se non centinaia. Inoltre, contrariamente a quanto comunemente si affermi, nel caso della displasia non è corretto parlare di ereditarietà, ma dovremmo parlare di familiarità, ossia di una condizione genetica che predispone allo sviluppo della malattia, ma non ne definisce il destino. Ciò significa che ogni individuo sarà più o meno predisposto allo sviluppo della malattia, la cui insorgenza e il cui eventuale grado di gravità saranno però determinate da altri fattori, solitamente detti "ambientali".

Secondo la letteratura scientifica più recente, i fattori che maggiormente concorrono alla comparsa della displasia, oltre alla predisposizione genetica, sono le diete eccessivamente ricche di calorie e grassi, l’attività intensa durante la fase dello sviluppo e i traumi.

Le diete sbilanciate sono sicuramente tra le cause più frequenti, in quanto causano l’eccessivo aumento di peso nei cuccioli in crescita, e il conseguente maggior carico sulle articolazioni ancora in via di sviluppo. È quindi molto importante attenersi scrupolosamente alla tabelle nutrizionali fornite insieme agli alimenti, e non improvvisare diete casalinghe senza l’aiuto di un nutrizionista.

Lo stesso principio si applica all’attività fisica troppo intensa: sollecitazione eccessiva durante la fase dello sviluppo possono aumentare le probabilità di sviluppare questa condizione. È bene allora rispettare con pazienza le fasi di sviluppo del nostro cucciolo, controllandone l’attività e gli sforzi.

Oltre a rispettare queste linee guida, ogni nuovo proprietario dovrebbe allora accertarsi che i genitori del proprio cucciolo, siano essi cani privati o di allevamento, siano stati sottoposti ai dovuti esami per questa patologia, così da escluderne la presenza. Ovviamente, alla luce di quanto analizzato, nessun esame oggi è in grado di assicurare la non comparsa della malattia, anche a fronte di genitori perfettamente sani; ma i test medici e la corretta gestione del cucciolo sono lo strumento migliore per ridurre al minimo le probabilità che essa compaia.

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