Cani e Alpinismo
La tragedia dell'ennesimo cane morto in montagna non è una fatalità, ma la diretta conseguenza, ampiamente prevista, delle idiozie che alcuni sciroccati hanno diffuso per proprio tornaconto. Perché, spoiler, a questi fenomeni della montagna che hanno intasato il web non frega un cazzo dei loro cani, o si preoccuperebbero, per esempio, del fatto che l'alpinismo non rientra esattamente tra le attività "a prova di cane".
Il motivo è piuttosto banale: abbiamo selezionato i nostri cani per lavori orizzontali, mai verticali. La loro costruzione anatomica (ma per certi versi anche quella fisiologica) non prevede adattamenti per la verticalità. Tutto, nella loro struttura, è ottimizzato per la locomozione cursoriale, non per l’arrampicata. La scapola, per fare un esempio, non è articolata con lo sterno, ma connessa da una muscolatura elastica che consente un’estensione ottimale in corsa. Questa caratteristica, che rende il cane un corridore di resistenza eccellente, comporta instabilità in movimenti verticali o laterali su superfici scivolose. Le articolazioni del carpo e del tarso sono biomeccanicamente progettate per assorbire forze orizzontali in trazione, non per affrontare balzi continui in verticale o per garantire stabilità su roccia. La colonna vertebrale, adattata a un ciclo elastico durante trotto e galoppo, non tollera bene torsioni improvvise o compressioni derivanti da cadute su superfici dure.
Ancora più triste, se possibile, è che tanti si siano fatti convincere che questi cani alpinisti siano l'immagine del cane libero e appagato, quando la verità è che al cane, di conquistare una vetta, non potrebbe fregare meno. Certo, ci seguirà entusiasta per il solo fatto di fare qualcosa insieme, ma l'impresa alpinistica non aggiunge niente di più alla sua gioia data dalla condivisione del momento.
E qui sta la riflessione amara. Chi decide di condividere la sua vita con un cane e ama la montagna, dovrebbe imparare a viverla al suo passo, non al passo del proprio ego. La vetta, se deve essere condivisa, deve essere quella che il suo corpo può sostenere, non quella che fa guadagnare like. Il cane non è un mezzo per esibire lo “spirito wild”: è un compagno. E un compagno si rispetta. Chi porta un cane su terreni alpinistici non sta facendo montagna con lui: sta semplicemente usando la sua fiducia per metterlo in pericolo. E questo non è amore. È vanità travestita da avventura.